Proposte

Inviaci le tue ideeproposte per la riqualificazione dell’area di Is Mortorius.

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Is Mortorius 005

Risposte

  1. Ieri ho visitato Is Mortorius per la prima volta dopo 22 anni che vivo in Sardegna. Quando andavo al mare su quel litorale vedevo il cartello e sentivo anche quel nome ma nulla di più. Sul posto ho girato tra quei ruderi (Sì lo sò, è indicato il pericolo, ma ho lo spirito avventuriero e ancora la curiosità di un bambino). Tutto molto interessante e affascinante. Nella mia passeggiata mi sono imbattuto su una postazione della Batteria antinave ‘Carlo Faldi’, quasi completamente sommersa dalla vegetazione. E’ un peccato che tutto sia in stato di abbandono, spero che riusciate a rivalorizzare l’intero sito. Ottima idea quella di un museo a cielo aperto, con pannelli descrittivi, possibilmente riposizionando anche gli armamenti (questo non per esaltare la guerra ma per ricordare la storia). Restaurare la tonnara anche con la creazione di un museo della pesca e centro studi dell’habitat marino.

  2. tutte le proposte sono belle la zona e meravigliose però bisogna fare ed immediatamente la consolidazione della facciata del nuraghe diana prima che crolli irrimediabilmente, e togliere tutte quelle travi putride che brutalizzano il monumento, il nuraghe e il fulcro dell’importanza della zona

  3. progetto stupendo
    se il comune mi da l’area di Capitana,un cannetto che cresce sempre selvaggiamente, nascondendo la veduta della bellezza del mare, dove il Comune spende due o tre volte all’anno delle cifre per il taglio delle canne, dove abitano famiglie di topi ed altro. Più precisamente per individuare l’area, è dov’è regna il depuratore del villaggio, la cui funzione è sotto dimensionata, poi abbiamo un fortino abbandonato, dalle truppe tedesche e dal comune di Quartu.
    DOV’E’ IL PROGETTO?
    eccolo:
    Il Comune mi da in concessione, l’area per 10 anni, dov’è posso realizzare un paradiso a gratis senza chiedere soldi e rendendo un servizio ai cittadini di Quartu e quanti altri vorranno passare momenti bellissimi senza dover spendere,
    come una grigliata fra amici, giochi per bambini
    servizi puliti garantiti, e quant’altro possa essere utile per i divertimenti o tempo libero,
    tutto su prato verde con area per il posizionamento delle sdraio.
    Il sogno continua, dopo detto questo, offro al Comune di Quartu il funzionamento del depuratore condominiale delle fogne del villaggio di Riviera di Capitana, in modo che non scarichi più a mare direttamente, le acque nere non depurate, come già denunciato dai residenti.
    Questo è solo un cenno del progetto.
    Sicuramente ci vorrà del personale dalle 5-10 persone, questo fa presumere che si sosterranno dei costi, e invece no, e non graveranno sul cittadino.
    Io sono pronto per prendermi l’impegno con tutte le garanzie richieste per il progetto, se qualcuno è d’accordo o condivide l’idea, contattatemi grazie a tutti coloro che aderiranno marin.flex@tiscali.it

  4. Abito ad Is Mortorius, e mi dispiace di essere arrivato tardi visto che il bando è scaduto!
    In ogni caso discutere fa bene, e dico la mia.
    Ho letto a grandi linee un po tutte le proposte che sono arrivate prima della mai, trovo molto interessante l’attenzione alla CULTURA e alla STORIA del territorio, come l’idea di creare delle attività legate alla pesca magari SPORTIVA.
    Mi sembra necessario unire tutte queste cose perche il risultato abbia successo.
    In Adalusia mi sono imbattuto in un barettino sulla spiaggia, in un luogo molto più isolato del nostro, dove d’estate si rimane fino a tardi coricati su materassi, sotto dei bungalow a sorseggiare mojito con la luce delle candaele, il profumo del mare e la musica di una chitarra.
    Sarebbe una idea da copiare almeno nel periodo estivo e da unire alle altre, è economica e semplice…ma molto suggestiva.
    Per ciò che riguarda la storia credo che se ci si concentrasse sulla scuola di pesca sportiva (che consente uno sfruttamento del sito per tutto l’anno) i riferimenti alla storia possono essere simbolici.
    Quello che voglio dire è che per raccontare la storia di un territorio non è necessario un museo ma bastano dei simboli. grandi poster negli edifici riqualificati della scuola con immagini del passato(studio grafica e si possono fare in questo senso cose molto interessanti!), targhe con che raccontano le storie del lugo(come accade sui muri di alcune città), sculture all’aperto e magari dei murales.
    Una sorta di museo libero a celo aperto!
    E dato che tutto è cominciato con il coinvolgimento della società civile, se si riuscisse a creare un legame più forte con chi vive nel luogo, con il campeggio vicino, l’atriturismo Fois e il ristorante poco lontano; cercando di coinvolgere la gente continuativamente(in attività varie mostre all’aperto, musica dal vivo etc); io credo che la riqualificazione potrebbe avere un grande successo!!!
    …sarebbe bellissimo…incrocio le dita!!!

  5. Vivo là dietro da qualche anno, in una delle brutte case che negli anni 70 sono state costruite lungo la strada. Ma frequento il logo fin da bambino…

    Se non ricordo male l’edificato, misto terra cruda e granito (locale, credo sia stato cavato sullo stesso promontorio) a più riprese modificato con pasticci di cemento, era una tonnara.
    Sono parecchi anni che penso a cosa potrebbe trasformare il processo di degrado dell’area, a cosa potrebbe, senza attirare un numero elevato di persone, rendere servizio prima di tutto ai nuclei abitati della zona.
    Prima di un museo della guerra, di una guerra che di sardo aveva ben poco, che ai sardi tante vite è costata e che tanto poco ha loro portato, vorrei vedere qualcosa di realmente utile e culturalmente rilevante. E non parlo di etichetta “culturale”, teatri, musei inutili, sale congressi sempre vuote… Ma qualcosa di interattivo, piccolo e che potesse mettere nel cuore e nella testa dei visitatori un poco di sardegna ed un poco di mare.
    Se a Su Rulloni starebbe bene un museo del sale, qua starebbe bene un museo della pesca, del mare e del pesce, ma interattivo, che porti il visitatore dalla terra al mare, in una esperienza reale del luogo.
    Se il processo virtuoso potesse nascere già nella fase di progettazione, bisognerebbe invitare l’ente preposto a completare i lavori del collettore fognario, priorità assoluta per un restauro della costa.

  6. UN CENTRO DI BIOLOGIA MARINA L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE E PRATICABILE PER QUELLA ZONA.

  7. Per riqualificare Is Mortorius bisogna tornare 1943 com’era cosa c’era, bisogna riportare le cose che mancano ( batterie antiaerei cannoni ecc.) si devono creare delle are attrezzate con gli edifici esistenti il turismo vuole conoscere la storia di Quartu e delle sue coste.

  8. Il sito archeologico di Is Mortorius merita una tutela vera che esuli da ogni forma di speculazione privata. Spero che l’Agenzia Conservatoria delle Coste non voglia che il golfo diventi uno dei tanti luoghi costieri progettati per far soldi nei mesi estivi a discapito della natura e della cultura. Spero di cuore di non vedere mai sorgere una struttura alberghiera turistica. L’idea di un meuseo, di una scuola per immersioni o una scuola di vela mi sembra in linea con lo spirito del luogo.
    Cordiali saluti
    Roberta

  9. Recuperare quest’area e tutte le strutture militari che vi sono situate è importante per Quartu Sant’Elena, da un punto di vista storico-culturale-identitario, ma anche
    dal punto di vista economico-turistico: si amplierebbe l’offerta culturale del Comune, da una parte attirando un turismo “di nicchia” (si potrebbero organizzare anche eventi culturali di rievocazione storica ed eventualmente anche giochi di guerra simulata che attirano gruppi di appassionati e curiosi da tutto il mondo) rendendo lo spazio fruibile anche in periodi diversi da quello estivo; d’altra parte si offrirebbe ai turisti attratti dal mare un motivo in più per ricordare Quartu Sant’Elena, tornare a visitarla e soprattutto diffonderne la conoscenza. Io sono uno degli assidui visitatori delle fortificazioni quertesi durante le giornate di “monumenti all’aperto” e ho potuto constatare l’entusiasmo dei visitatori locali e non. Sarebbe bello anche che l’A.S.S.FORT., l’associazione che si occupa dei siti archeologici militari quartesi, formata da persone competenti, preparate e autorevoli avesse una sede stabile a “Is Mortorius”: la loro presenza stabile in situ sarebbe un valore aggiunto e di riflesso garantirebbe un costante controllo e una maggiore responsabilizzazione dei visitatori.

  10. Sono un prossimo Architetto…

    Una proposta?…ce ne sarebbe milioni di idee…io credo che la scelta migliore sia quella rivolta non proprio direttamente al mare quanto all’aspetto archeologico del sito oltre che storico.Solo indirettamente o meglio in un secondo momento il sito potrebbe essere di “servizio” alla balneazione. Per quanto mi riguarda escluderei totalmente la gestione di privati del litorale o qualunque forma di privatizzazione della costa…siamo abbastanza stufi di non poter piu’ fare il bagno dove vogliamo. Deve rimanere un’ambiente sostenibile in tutti i sensi, quindi forme di energia alternativa, recupero di acque e di rifiuti del complesso… ecc….
    P.S. se l’area dovesse diventare privata, anche sotto velate spoglie, io sarei il primo a violarne l’ingresso, le coste, il mare e l’intera sardegna è un bene pubblico e come tale deve essere tutelato.

  11. L’Agenzia Conservatoria delle Coste ha assunto la responsabilità della riqualificazione di questo sito ed è intenzionata a portarla avanti con la massima professionalità e serietà.
    Affinchè tale progetto non risulti “calato dall’alto” ma accettato e condiviso dai cittadini la Conservatoria ha deciso di aprire una pubblica consultazione con la cittadinanza per recuperare esperienze, racconti e idee dei cittadini che hanno sempre vissuto tale luogo. Tanto più i cittadini saranno attivi e partecipi in questa fase tanto maggiore sarà l’efficacia e il valore di riscoperta identitaria legato al progetto, che mira a una redifinizione di tutto il compendio dell’ex batteria Carlo Faldi e del nuraghe Diana.
    In contemporanea alla raccolta di risonanze da parte della cittadinanza e del concorso di idee rivolto ai progettisti, partirà a breve l’intervento di “messa in sicurezza” che consisterà in misure urgenti per evitare danni alle persone causate dallo stato di degrado del patrimonio architettonico presente a Is Mortorius, ma che non pregiudicherà la possibilità di fruizione pubblica del litorale.

    Agenzia Conservatoria delle Coste

  12. Chiedo scusa per il precedente intervento (incompleto). Ottimismo…perché no? Dopo tante iniziative costruite e naufragate, per Is Mortorius si parla di un impegno “istituzionale” ed importante.
    Ed è altrettanto importante è che i Cittadini partecipino, in questa fase, perché comunque in tutti questi anni l’area è stata comunque “vissuta”. Sono certo che dal nostro territorio potranno uscire tante storie, ricordi e documenti che già di per se’ farebbero un museo.
    Probabilmente è ancora vivo anche qualche “testimone oculare” del sito nei suoi anni di piena operatività. Sarebbe bello rintracciarlo e raccoglierne la testimonianza, ma non è sempre facile…
    Personalmente, partecipando per 3 edizioni a “monumenti all’aperto” (con A.S.S.Fort al Simbirizzi & poi Nuraghe Is Meris) ho potuto verificare l’interesse dei Quartesi (d.o.c. e “adottivi”) per queste testimonianze e per la loro tutela e valorizzazione.

    Mi sento di concordare anche sul fatto che più siti “fioriranno” a Quartu, più ci sarà la voglia di emulare queste iniziative, attivando un circolo virtuoso utile a noi e soprattutto alle generazioni future.
    Cordialmente.
    Dan 🙂

  13. Ciao Anna e buonasera a tutti, non sono per nulla addentro alle pratiche relative alla “messa in sicurezza”, ma presumo che nessun “cantiere comunale” abbia i mezzi per porre mano al complesso lavoro da realizzare a Mortorius.
    Però – ripeto – su questo punto non ho alcun dato oggettivo.
    Io sono un povero laureato in Storia (tesi sulla Sardegna nel 1940-43) “appassionato e studioso” che da anni, con amici, si documenta e prova a “girare” alle nostre Amministrazioni locali il frutto di iniziative analoghe nel resto d’Europa, non per forza legate a progetti faraonici (economicamente parlando).

    Questa volta voglio segnalare l’esempio del Forte Bramafam di Bardonecchia. Da rudere è diventato – in pochi anni – uno dei musei storico-militari più importanti d’Europa. L’idea è partita da un gruppo di volontari con tanta fatica e sudore, poi ci si è mossi bene.
    E per “muoversi bene” intendo dire che, per dare interesse e lustro ad un sito storico, a volte basta che l’Ente capofila del progetto abbia voglia di scrivere 4 righe ad uno dei tanti enti dello Stato che hanno, nei magazzini, materiali di indubbio interesse, per corredare o completare un sito museale di spessore. Oggi al Bramafam l’esposizione museale (tra collezioni private, concessioni e prestiti) è di indiscutibile livello.

    Ecco il link del Bramafam:
    storia del progetto
    http://www.arpnet.it/assam/ForteBramafam.htm
    il museo
    http://www.fortebramafam.it/

  14. ciao Daniele. Non so che ruolo tu abbia in questo progetto per essere cosi ottimista, ma sono proprio “le consuete procedure” a lasciarmi perplessa….tante opere sono state iniziate e mai finite o il piu’ delle volte terminate in modo abnorme.Tutto con lo spreco di denaro nostro. Io valuterei ogni proposta e lascerei tutto nelle mani di privati “COMPETENTI” e del settore non al solito cantiere comunale…..inutile.

  15. Ma come è possibile cercare di attirare l’attenzione su un solo promontorio quando tutta l’area costiera è da riordinare da tanto tempo. Come voler svolgere un servizio di pedicure con il resto del corpo trasandato. Guardate le orrende costruzioni sorte di fronte al sito in questione, pensate al problema degli scarichi irrisolto, alla difficoltà di erogazione dei servizi primari. Dare un valore ad un promontorio senza la giusta cornice. Un progetto serio non può indurre alla cecità e far cadere l’attenzione sull’intera area e forse la costa stessa. Sappiamo benissimo che l’incremento demografico e stolte scelte delle amministrazioni in rapida successione hanno dato il via al mattone selvaggio a discapito dei servizi, sino a trovarci in una situazione disastrosa come l’attuale. Ma è ora di finirla con le pezze e rattoppi, il vestito deve essere cambiato. Riqualifichiamo dunque il sistema politico amministrativo prima del sito, sensibilizzando gli operatori al riordino e valorizzazione generale, che Quartu e le sue meravigliose coste meritano. Ripeto….non serve lucidare le scarpe e lasciare il resto in decadenza ed abbandono.

    • Eh, no …non è proprio così.
      Se lei farà tanto bella la sua casa, anche i vicini vorranno imitarla.
      Ogni iniziativa di riqualificazione induce alla riqualificazione contesti più ampi.
      Non basta deprecare….o essere disfattisti fino a tal punto.
      Sono d’accordo che vi sono vaste parti del litorale di Quartu che meritano attenzione, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare. Diversamente ci troviamo a continuare a praticare il solito sport nazionale… della lamentela!
      Bisogna mettere mano dove si può e cercare di portare avanti iniziative quanto più possibile esemplari e degne d’imitazione.
      Non possiamo certo abbattere le abitazioni private, anche se orride, ma su ciò che è un bene pubblico (quest’area è di proprietà regionale) si può e si deve provare a fare qualcosa, proprio per evitare che faccia la fine di altre aree investite da pervasive forze speculatrici. Lei cosa propone, dunque?

      • Concordo sull’importanza dell’esemplarità, ma resta uno stato di degrado totale e di presenze orride il cui impatto nell’area meravigliosa ha un costo visivo e rischia di vanificare gli sforzi. Per evitare cattedrali nel deserto e di alimentare gli interessi di pochi eletti che, come ben sappiamo aumentano il rischio di abbandono successivo, a mio modesto avviso è necessario un programma che garantisca la protezione in primis dell’area a 360 gradi e successivamente interessare enti preposti alla valorizzazione della fauna, flora e stato geologico.
        Un ampio progetto con il coinvolgimento di sport e cultura, sfruttando ed ampliando risore idriche e naturali presenti ma occultate. Lo scenario che caratterizza is mortorius dall’alba al tramonto non esclude nulla.
        Quante persone passano proprio li di fronte ogni giorno senza nemmeno immaginare quel che si nasconde dietro l’orrenda rete e le pietre.
        Dunque considerando ancora la difficoltà a reperire strumenti economici senza il coinvolgimento della cara Europa, bisogna in primis decidere quale strada perseguire, riallacciandomi a quanto dicevo prima : ottenere riconoscimenti per l’area o perseguire la strada delle minime risorse valutando rientri economico da reinvestire nella stessa.
        La seconda strada è ovviamente quella piu appetibile ma rischiosa per il contagio di interessi privati.
        E’ fondamentale un coinvolgimento anche della zona con creazione di apposito comitato selezionato ad hoc.
        Ringraziandovi per la possibilità datami saluto

  16. Uno degli ultimi musei “a tema”, realizzato proprio nel sito di una ex batteria tedesca. Purtroppo, qui ce li sognamo mezzi economici e cimeli come nel resto d’Europa …
    ecco il link:
    http://www.grand-blockhaus.com/

  17. …e speriamo che affidi a persone davvero competenti l’ esecuzione dei lavori, perche’ per quanto possano essere buone e valide le proposte, non sono niente se svolte male.E in questo il Comune e’ un campione!!!

    • Buona sera Anna,
      immagino che tutte le opere edilizie saranno affidate ad imprese di settore mediante consuete procedure.
      Immagino anche che la Conservatoria si potrà avvalere della consulenza di esperti per quanto concerne le modalità di recupero e di valorizzazione del contesto storico.
      Cordialmente.

  18. il Comune di Quartu poteva pensare prima a questo progetto…..

  19. …ed io continuo a non capire come mai non si dica niente del progetto “sardegna fatti bella” di poco tempo fa…..secondo i progetti is mortorius sarebbe stato uno dei siti (o forse l’unico della zona…..)a dover essere sistemato.Sono state assunte delle persone e sono anche gia’ state pagate….Se ci fossero piu’ controlli forse ora non si dovrebbe iniziare da zero….anche io ho mandato la mia proposta…..

  20. Complimenti, questa opportunità di disutere “coralmente” è molto gradita, grazie.

    Sarebbe bello un recupero “coerente”.
    Senza scomodare la Normandia, in Italia un possibile esempio di riferimento può essere il compendio/museo della ex Batteria “Sommi Picenardi” a Piombino.
    http://www.associazionemicrocosmo.it/parcopuntafalcone/storico_militare.htm

    Al presente, in assenza di finanziamenti “risolutivi” e calcolando l’importanza del “fare”, si potrebbe:

    – come per Piombino, mettere in sicurezza e valorizzare, da subito, anche le strutture meglio conservate e più “robuste” del compendio (essenzialmente i camminamenti sotterranei) che sono anche più facili da chiudere e sorvegliare.
    Potranno, inizialmente, fungere tanto da “magazzino” quanto da primo allestimento, per “stuzzicare” la curiosità del pubblico e mantenerla nel tempo, cominciando a rivitalizzare il luogo, per non lasciarlo anni e anni come un semplice cantiere;

    – attivarsi per ottenere, presso Enti (pubblici e militari) dello Stato, documenti, materiali e cimeli che abbiano attinenza con la storia del compendio e aiutino una “lettura” dei monumenti presenti, come è stato fatto a Piombino:
    http://www.italie1935-45.com/RE/photoscopes/photoscopecannone90-53.html ;

    – nello studio del percorso, valutare per una parte del compendio itinerari permanenti “a tema” (storico-archeologico-militare; ambientale; ecc.), e, naturalmente, una quota di spazi per eventi temporanei (da affittare);

    – attivare, nei fatti, un servizio di custodia e manutenzione permanente, affidato a personale formato ad hoc;

    – valorizzare e sostenere l’apporto delle associazioni;

    – sostenere il progetto con attività di bar (personalmente non esagererei, fino al ristorante..) a bassissimo impatto, logicamente gestite in sinergìa con la cura degli spazi museali (mantenerli efficienti costa!).

    – creare e mantenere “gemellaggi” e scambi culturali con siti museal-culturali analoghi, in tutta Europa.

    Il tutto, in linea con un progetto che mantenga e valorizzi le strutture illustrandone, al meglio e per quanto possibile, le funzioni originarie. Purtroppo, la storia ha sempre conosciuto la scomoda realtà delle guerre. Voler ignorare o nascondere i suoi resti sarebbe il peggior servizio che possiamo rendere alle generazioni future.

    Cordialmente.

  21. io ho gia’ fatto la mia proposta:un sito volto alla tranquillita’ degli ospiti, ospitati a cadenze fisse per gruppi,per immergerli nelle bellezze spropositate del mare e delle spiaggie vicine,e dei siti archeologici sparsi qua e la nelle aree vicine,magari via mare (abbiamo il bellissimo porto di capitana…), o con le immancabili passeggiate a cavallo nell’entroterra (magari visitando gli innumerevoli ovili ed avere la possibilita’ di degustare i prodotti cucinati dalle vere donne sarde!) ,o anche per bus navetta verso Nora o Tharros. E magari la sera far gustare agli ospiti un bel piatto di malloreddus alla campidanese, proceddu arrustiu in sa braxia e un bel bicchiere di vino Quartu!!Punterei sulla riquaificazione storico-culturale,per un turismo in cerca di tranqillita’ e di nuove conoscenze.Di ristoranti e pizzerie rumorose ne abbiamo fin troppe nella zona….Penso che con questo progetto, seppur confuso e butato giu’ in un pensiero,non si svierebbe neanche la clientela abituale di turisti che regolarmente frequentano le nostre pizzerie e i nostri ristoranti, perche’ parliamo di un altro tipo di esigenze….

  22. Salve, sono un giovane geometra di Selargius.
    Ho frequentato l’area fin da bambino ed era ora che si provvedesse un progetto di recupero
    Io vedrei bene in quell’area un museo del mare, per radunare tutti i reperti rinvenuti nel golfo degli angeli dall’antichità all’ultima guerra, la sede dell’associazione Ass.Fort., e magari una scuola di immersioni nei relitti della zona.

    Igor Carta

  23. La batteria Faldi è uno dei punti più suggestivi del nostro litorale; ho passato intere estati a esplorare e fantasticare su quelle strutture incorniciate dalla macchia mediterranea e da un mare di un colore splendido.
    Purtroppo negli anni è crollata una torreta, il cemento armato che sorreggeva l’apertura sul nuraghe più grande, forse simile a quello rinominato “Diana” ( che per altro ha visto anche tentativi di occupazione della parte sottostante) senza contare gli innumerevoli interventi di occlusione delle aperture e feritoie varie da parte della protezione civile.
    Spero si riesca a portare tutto allo splendore autentico senza stravolgere le strutture solo per scopi pecuniari.

  24. Riqualificare Is Mortorius non sarà facile ma,sicuramente fattibile! Ci rifletto un po’ e poi vi mando qualche cosa.
    Saluti.
    Tiz.


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